di Redazione politica

Il déjà vu è quello già vissuto a luglio 2020 che ci ha portato all’attuale stallo. Giustini presenta il Progetto Covid a Larino per il Molise, Toma si oppone, la sub commissaria Grossi non contro firma il piano.

Il giorno successivo Florenzano, Lolita Gallo e sempre la sub commissario firmano per il Covid al Cardarelli, Isernia e Termoli. Il direttore generale della programmazione sanitaria del Ministero per la salute chiama a rapporto a Giustini – siamo a luglio 2020 – gli dice di firmare il secondo Piano perché il governo regionale del Molise questo vuole e Giustini cede.

Questo i racconti dei bene informati che, in più, aggiungono: a sollecitare Andrea Urbani del ministero della salute è stato Goffredo Zaccardi – già giudice del Tar Molise che ha annullato le elezioni regionali del 2011 – su sollecitazione di Mariolga Mogavero, ossia il dirigente senza concorso del Primo dipartimento della Regione Molise. Fin qui le chiacchiere, in gergo chiamate indiscrezioni, a cui si può credere o meno. Il resto invece è storia.

E’ storia che in Molise si muore per mancanza di cure, come affermato anche dal consigliere Iorio in Consiglio regionale. E’ storia che il Piano Covid voluto dal governo regionale, dal direttore regionale della Salute e dagli altri ha infettato tutti gli ospedali e ha precluso ai cittadini molisani di curarsi per le patologie ordinarie e tempo di pendenti.

E’ storia che Quintino Pallante, il vice di Toma nella gestione dell’emergenza, ieri ha dichiarato in Aula che mai voterà a favore dell’apertura di un centro Covid a Larino. Tornano ad essere indiscrezioni invece che questo pomeriggio nella riunione tra Toma e i 19 Sindaci del basso Molise capeggiati dal sindaco di Termoli, il forzista Roberti, quest’ultimo è tornato a spalleggiare al presidente della Regione Molise contro il Covid a Larino attaccando senza mezzi termini l’assente commissario ad acta Giustini.

E’ storia, invece, che Urbani ha convocato Giustini e Ida Grossi al ministero. Per tornare a ripetere a Giustini che non deve muovere un dito e che i molisani devono o morire o andarsi a curare fuori regione? Ammesso che ci sia posto. Dal Molise, invece, tutta la popolazione lancia il proprio sostegno al commissario: non mollare.

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