di Redazione politica

I conti non tornano nelle stanze del governatore e assessore al Bilancio della Regione Molise Donato Toma. Persino i revisori dei conti hanno bocciato sonoramente i numeri dell’ente eppure queste bocciature non hanno evitato al capo politico di questa coalizione di governo di portare in aula documenti contabili che non hanno passato il vaglio dei controllori. La Regione Molise, in era Toma, ha prodotto un aumento del disavanzo pari a 20milioni di euro.

Il Consiglio regionale approva il “rendiconto generale della Regione Molise per l’esercizio finanziario 2019” con 12 voti a favore, 8 contrari e uno astenuto. Più comunemente chiamato rendiconto, questo è il documento contabile che la Regione deve redigere per rappresentare con chiarezza la situazione patrimoniale e finanziaria della Regione Molise.

E, a quanto pare, non va tutto bene. Lo ammette anche il presidente della Regione Molise Donato Toma che, nel suo intervento, subito precisa: io non c’entro niente. E’ tutta colpa dei governi precedenti. Così proprio il giorno successivo al 57esimo compleanno della Regione Molise, il suo presidente pro tempore, al governo da due anni e mezzo, preferisce spalmare i numeri del 2020 sul passato. Arrivando a citare anche il 1985.

Ed è qui che l’esponente di centrodestra che ha tenuto le redini della presidenza della Regione Molise per 12 anni, Michele Iorio, rompe il silenzio in aula e, differenza della morbidezza con cui ha gestito l’approvazione dei documenti contabili i questi due anni e mezzo, decide di reagire alle parole di Donato Toma annunciando la sua astensione. Per due ordini di motivi precisa Iorio: “Nel metodo e nel merito”.

In particolare l’ex presidente, oggi esponente del partito di Giorgia Meloni, parla di “mancanza di democrazia” da part di Donato Toma che “utilizza la tattica de silenzio” nei confronti dei dubbi posti dalle opposizioni.

Un silenzio che denota “i limiti” del governatore al confronto in aula. E poi c’è l’aspetto prettamente politico dovuto all’inadeguatezza politica di Toma nel ricopre il ruolo di presidente di Regione. “Quando i problemi sono di difficile soluzione, lei scarica sulle amministrazioni passate o sugli amministrativi senza assumersi le sue responsabilità”.

Da questo incipit Michele Iorio inizia ad elencare tutte le lacune del governo Toma: l’assenza del peso politico del presidente di Regione che non interviene su Roma per far inserire la stabilizzazione degli addetti al post sisma del Molise mentre il governo sta procedendo a stabilizzare i precari delle regioni dell’Italia centrale colpite dal terremoto. L’assenza della politica del governo Toma per ottenere più soldi dallo Stato centrale per assicurare ai cittadini molisani i livelli e i servizi essenziali di assistenza.

Parla delle società partecipate, dove l’unica forma di razionalizzazione prevista da Toma è la chiusura delle società. Conclude Iorio con un argomento che ha il sapore di un tema che non finirà nelle sue dichiarazioni di voto e che cade sulla testa di Toma ma anche del consigliere delegato in materia, Andrea Di Lucente: la digitalizzazione.

“La linea della Giunta è quella di svuotare Molise Dati per affidare tutto ad un società privata esterna” chiosa in aula l’ex presidente che annuncia: “C’è un solo modo per superare questa mia astensione: cambiare atteggiamento”.

A fare eco a Michele Iorio di Fratelli d’Italia, c’è il segretario del Partito Democratico Vittorino Facciolla che in quattro righe racconta: “A pagina 52 lettera d del loro parere, i revisori dei conti scrivono che lei ha una struttura incompetente. Voler parlare di rendiconto e bilancio con queste premesse, sentendosi dire che le colpe vengono dal passato, è come voler nascondere la polvere sotto al tappeto”.

Non sono mancate poi le parole del capogruppo dei 5 Stelle Andrea Greco che ammette: “Mi fa quasi pena presidente toma, in aula non c’è nessuno della maggioranza che la difende. E sentirla accusare un suo alleato, Michele Iorio, dimostra solo che lei è avulso dalla realtà”.

Ricordando a Toma che dalla sua elezione alla presidente della Giunta regionale del Molise, l’ente ha maturato un aumento del disavanzo di 20 milioni di euro. Riportando alla mente l’intervento del capogruppo Pd, Micaela Fanelli, che ha prospettato scenari spaventosi per il Molise nei prossimi anni. Per buona pace del commercialista prestato alla politica.

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