La nota di Roberto Cimini Presidente Figisc Confcommercio Molise (Federazione italiana gestori impianti stradali) . 

La Categoria ha proclamato uno sciopero non contro l’aumento delle accise, bensì contro la campagna denigratoria avviata da alcune organizzazioni dei consumatori e da alcuni esponenti del Governo sulla presunta speculazione che i benzinai attuerebbero sul prezzo dei carburanti alla pompa. Questa vicenda ha tutti i contorni di una questione politica: se i partiti componenti del Governo hanno idee diverse suIL’opportunità o meno di aumentare le accise ed alla fine le accise vengono aumentate, che senso ha scaricare sul benzinaio la colpa dell’aumento dei prezzi? Non ci stiamo a questo gioco!

Anche perché gli stessi dati del Ministero certificano che i prezzi sono cresciuti come o poco meno addirittura di quanto sono cresciute le accise. E quindi di che speculazione si parla? E, soprattutto, perché si incolpano di ciò i benzinai? Qualunque sia il prezzo della benzina, il margine del gestore è di circa 3,5-3,7 cent/litro, e, soprattutto, per contratto con la compagnia che affida al gestore la conduzione di questo o quel marchio, il gestore non decide né a quale prezzo compera dalla compagnia (e, si badi, in regime di esclusiva) né a quale prezzo Io vende all’automobiLista: tutto questo è deciso dalla compagnia, e se tale regola non viene rispettata il gestore è cacciato dall’impianto e la compagnia preleva l’eventuale differenza tra il prezzo da essa imposto e quello che il gestore avesse per caso praticato in più. In queste condizioni come fa il gestore a speculare?

Le misure annunciate dal Governo parlano di nuovi adempimenti a carico del gestore, di nuove e più pesanti sanzioni in caso di mancata segnalazione dei prezzi, non — si badi bene —al consumatore, ma alL’Osservatorio Prezzi del Ministero, una questione burocratica che oggi verrebbe replicata ogni giorno e non solo in caso di cambio prezzo. Si dice che la speculazione si vede perché ci sono tanti prezzi, più alti e più bassi della media: ma questa diversità tra i prezzi è frutto delle liberalizzazioni e delle regole di mercato e concorrenza che hanno voluto leggi europee e nazionali, nonché l’Antitrust, non perché questo l’hanno chiesto i gestori.

I provvedimenti del Governo non gioveranno ai consumatori, ma si tradurranno in inutili aggravi burocratici ai gestori, in multe sul nulla, mentre la speculazione dei piani alti (quella finanziaria, per intenderci) o quella dell’illegalità fiscale che si trova a monte della fase finale della distribuzione. Insomma, questi provvedimenti non faranno che rendere la vita più difficile a quelli che non sono in grado proprio, in quanto anello finale e debole della filiera, di poter speculare sui prezzi che sono altri a decidere. E questo, inoltre, dopo una campagna di discredito e criminalizzazione di chi non c’entra niente. Non possiamo subire tutto questo!

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