Anna e Giuseppe non si sono mai arresi e continuano a chiedere “verità e giustizia” per Mario Pacciolla, il loro figlio, un cooperante italiano trovato senza vita il 15 luglio del 2020 in Colombia dove stava seguendo un progetto per l’Onu.

Domani, venerdì 20 gennaio alle ore 18 nella sede di Casa del Popolo, a Campobasso (via Gioberti, alle spalle dei binari ferroviari) ci sarà un incontro con i genitori del volontario napoletano di 33 anni la cui morte è avvolta in un mistero fitto al pari di quella di Giulio Regeni.

Suicidio o omicidio? Il caso ha fatto discutere molto in Italia (e anche in Colombia) per il sospetto che dietro il decesso di Pacciolla ci fossero i servizi segreti colombiani: Mario, infatti, avrebbe trovato delle prove contro il governo allora in carica legate a dei bombardamenti in un villaggio in cui avevano perso la vita dei bambini. Quelle prove sarebbero state portate via dalla sua casa di San Vicente del Caguàn dove Mario viveva per osservare, per conto delle Nazioni Unite, i progressi negli accordi di pace tra il governo colombiano e i guerriglieri delle Farc.

Pacciolla si sarebbe tolto la vita con un lenzuolo annodato al collo, ma questa versione non ha mai convinto sua madre e suo padre che da due anni e mezzo lottano con tutte le loro forze per il loro ragazzo. Neppure l’archiviazione disposta dalla Procura di Roma (suicidio anche per loro) li ha fermati  tanto che hanno fatto ricorso e stanno andando avanti.

Nel frattempo continua anche l’azione di sensibilizzazione con incontri come quello in programma venerdì 20 a Campobasso.

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