Riceviamo e pubblichiamo

Premesso che sono stato, lo sono tuttora, e lo sarò sempre contrario alle quote rose come concetto filosofico di inserimento obbligatorio nelle formule di partecipazione democratica e ad una legge, la 56 del 2014 (Legge Delrio), che a mio avviso rappresenta un passo indietro, in quanto vuol dire riconoscere che le donne sono una specie da proteggere, dimenticando tutto il percorso di conquiste che le stesse hanno fatto da sole, è il caso di far presente che dalle dimissioni dell’Assessore De Capoa, protocollate in data 30 Aprile u.s., ad oggi, la giunta del Comune di Campobasso non è legittimata a deliberare in quanto l’art. 1, comma 137, della legge n. 56/2014, stabilisce come “Nelle Giunte dei Comuni con popolazione superiore a 3.000 abitanti, nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura inferiore al 40 per cento, con arrotondamento aritmetico”, costituendo un ineludibile parametro di legittimità della loro costituzione.

Attualmente la Giunta Comunale di Campobasso è composta da 8 Assessori più il Sindaco, quindi da nove componenti. Le donne in Giunta, dal 30 Aprile, sono tre con una percentuale del 33,33 periodico, quindi molto al di sotto di quel 40% previsto dalla Legge Delrio. Dal 30 di Aprile la Giunta Comunale ha approvato quindici deliberazioni che a mio avviso sono illegittime perché l’organo deliberante non è legittimato dalla legge. A supporto di questa mia considerazione intervengono anche diverse sentenze del Consiglio di Stato tra cui particolare scalpore ha fatto quella della Sezione Quinta, sempre del Consiglio di Stato, con sentenza n. 406, emessa in data 27.10.2015 e depositata in data 03.02.2016, che ha confermato la sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale Calabria – Catanzaro con la quale ha riconfermato il carattere inderogabile della percentuale di “quote rosa” nelle Giunte comunali prevista dalla legge n. 56/2014, c.d. Delrio.

Ribadisco, non è attraverso la garanzia dell’alternanza dei sessi nelle liste elettorali o nelle Giunte che si garantisce la tutela della visione femminile all’interno della politica del nostro paese. La presenza di entrambi i generi dovrebbe essere, invece, la naturale conseguenza di una votazione libera e democratica, così come la presenza di tutte le realtà politiche e sociali. Ma la legge è legge… e va rispettata!

Francesco Pilone

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