Nelle richieste del bonus Inps, equiparare Sindaci e Amministratori comunali ai Parlamentari è del tutto assurdo e anche grave sul piano istituzionale. Sindaci e Deputati hanno status e condizioni diverse, ma sopratutto nei piccoli Comuni, ma anche in Enti fino a 15mila abitanti, i Sindaci sono poco più che volontari.

Carichi di responsabilità e di impegni, con indennità che coprono a malapena le spese di viaggi e spostamenti sul territorio. Nessun pianto, nessun vittimismo, anzi. Nei Comuni piccoli e piccolissimi, scrive il sociologo Di Vico, ‘gli Amministratori locali fanno politica senza molte possibilità di carriera e tantomeno di arricchimento, ma quasi sempre per una scelta di impegno pubblico più genuina di quella che purtroppo riscontriamo nelle grandi città o nelle assemblee regionali’.

Metterli vicino, anche ‘solo’ in un titolo di giornale, ai Parlamentari, non aiuta a distinguere realtà e situazioni diverse in contesti diversi. Ben venga se un Sindaco di un Comune montano o meno, piccolo o grande, ha chiesto il bonus circa 5.000 sindaci di Comuni piccoli e piccolissimi prendono indennità pari ai percettori del reddito di cittadinanza.

Delle indennità degli Assessori e dei gettoni di presenza dei Consiglieri comunali nemmeno parlo perché si arriva a cifre che dovrebbero far vergognare altri, non loro. Ma non basta. I Sindaci e gli Amministratori, nella fase di lockdown, hanno costituito la spina dorsale della Repubblica lavorando per settimane e settimane da soli, nelle loro comunità, con responsabilità immani’.

Evitiamo l’antipolitica e il fango nel ventilatore a tutti i costi. Passare con un un rullo sopra a ogni livello istituzionale e alle articolazioni territoriali dello Stato è proprio quello che oggi non serve al Paese”.

Articolo precedenteIl pomodoro di Montagano, eccellenza molisana
Articolo successivoAl via la quarta edizione di “Rocciamorgia. Il Molise di Mezzo tra Arti e Cultura”