Va bene investire sul turismo, certamente opportuno valorizzare le eccellenze agroalimentari, giusto puntare sulla qualificazione della pubblica amministrazione. Ma pensare che la ripresa economica possa nascere senza l’industria è un’idea priva di senso.”
Anche in Molise, occorre la spinta della spesa pubblica – oggi in calo- e dell’industria per agganciare la ripresa.

E’ necessario mettere in campo quelle misure atte ad attrarre qui imprenditori che sviluppino il manifatturiero e aiutare le aziende che già ci sono. E per fare tutto questo è necessario affrontare quelle problematiche che comportano i processi di industrializzazione.
Sono proprio questi processi che richiedono un nuovo approccio: un rapporto diverso con il territorio superando le resistenze degli enti locali e talvolta delle popolazioni che vedono nell’espansione di una azienda o nel suo installarsi più problemi che opportunità. È necessario favorire i percorsi che consentano alle imprese di riconvertirsi verso quelle tecnologie che garantiscono un maggior equilibrio ambientale.

È indispensabile pretendere dalle industrie una elevata attenzione per la sicurezza dei lavoratori occupati. Ma perché le industrie da noi vengano e non scappino, creino occupazione e reddito, è necessario che ci sia una <burocrazia zero>, per la concessione in tempi accelerati di autorizzazioni e permessi, ed un <fisco amico> che detassi gli investimenti e aiuti coloro che danno occupazione. È opportuno sia favorito l’accesso al credito da parte degli imprenditori seri.

Occorre che le piccole e medie aziende vengano aiutate a raggiungere una dimensione adeguata a reggere le sfide della concorrenza interna e internazionale, ad esportare, a farsi conoscere anche fuori dal proprio contesto. È indispensabile che siano sviluppati i collegamenti con le grandi infrastrutture dei trasporti, altro che le nostre dissestate (termine appropriato) strade e la cagionevole ferrovia. In Molise in particolare le previsioni del PIL, dell’occupazione totale, dei consumi delle famiglie, della spesa della P.a. e gli investimenti totali, sono in calo e il rischio di un’ulteriore frenata nel 2019 è dietro l’angolo.

Senza un tessuto industriale solido e senza infrastrutture, tutte le nostre Regioni, del nord come del sud – secondo le valutazioni della UIL – sono destinate al declino,..“Poi l’indotto segue, poi il terziario fa viaggiare merci ed assicura servizi e commercio, poi la pubblica amministrazione si prende cura dei cittadini, ma è l’industria che, prima di ogni altro settore produttivo, fa crescere il Pil. Anzitutto sviluppare il Pil e creare ricchezza, poi distribuirla in modo equilibrato e socialmente attento.

E chi dice che il Pil non importa ha una visione irrealistica. Dove non c’è il Pil che cresce ci sono i barconi di coloro che scappano da quei Paesi. Noi non vogliamo tornare ad essere, come purtroppo rischiamo, un Paese di emigrazione. In Italia sono più le persone che vanno via di quelle che stanno arrivando e ad andare via sono sopratutto i nostri ragazzi e ragazze, le migliori intelligenze.

Per tenerli qui dobbiamo garantire che in Italia c’è ancora un futuro, c’è ancora la possibilità di farsi una famiglia, di accumulare un po’ di soldi, un po’ di ricchezza, di farsi la casa, di mandare i figli a scuola. Di questo ha bisogno l’Italia e il Molise: non si fa tutto questo senza l’industria.

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