“Gli obiettivi sono chiari. Rinnovo dei contratti pubblici (ma anche di quelli privati), superamento dei contratti pirata, la riforma e le assunzioni nella Pubblica Amministrazione, defiscalizzazione degli aumenti contrattuali i punti fondamentali della vertenza.” Così sintetizza Tecla Boccardo con riferimento alla mobilitazione indetta da Cgil, Cisl e Uil a sostegno delle rivendicazioni sindacali, che mercoledì vedrà in piazza i Sindacati in una delle tre manifestazioni nazionali.

“E domani a Roma, manifesteremo per sostenere gli emendamenti al Bilancio, tra questi la proroga delle graduatorie degli idonei, dei contratti precari fino al 2022 e con la possibilità di raggiungere i requisiti previsti per la stabilizzazione ‘decreto Madia’ entro il 30.05.2019 nella sanità, che dovrà essere esteso anche a tutto il pubblico impiego. Chiederemo con forza di ripartire dai contratti, di superare le tante penalizzazioni che i lavoratori del pubblico impiego hanno rispetto alle malattie, alla detassazione della produttività, ai limiti di spesa dell’art. 23 del decreto ‘Madia’, dei limiti percentuali per le progressioni orizzontali. Saremo in piazza per rimettere al centro tutte queste annose vertenze e altre ancora.”

Cgil, Cisl, Uil hanno confermato e ribadito il proprio giudizio in merito alla manovra economica, il cui iter parlamentare è ancora in corso. Pur apprezzando la disponibilità dimostrata dall’Esecutivo e la conseguente ripresa del dialogo e di una parte dei contenuti proposti dal governo, le tre Confederazioni hanno ritenuto insufficienti le risorse che pure sono state messe in campo sui capitoli della piattaforma unitaria.

Così, orgogliosamente, argomentano: “I risultati ottenuti sono il frutto sia dell’enorme partecipazione di lavoratori, pensionati e giovani alle iniziative di piazza, avviate sin dallo scorso 9 febbraio, sia del successivo confronto con il Governo, ma non sono affatto esaustive delle rivendicazioni unitarie. Cgil, Cisl Uil ritengono che sia necessario dare continuità alla mobilitazione, non solo per evitare peggioramenti e sollecitare alcuni miglioramenti della manovra che sarà approvata definitivamente entro la fine dell’anno, ma anche per chiedere di avviare una stagione di riforme, da condurre in porto già nei prossimi mesi.”

Anche la manifestazione di giovedì vedrà protagonisti le delegate e i delegati dei lavoratori che al governo e alle imprese porranno i problemi delle rispettive imprese e da quelli i temi e le proposte avanzate nella piattaforma unitaria e discusse nelle assemblee dei lavoratori. Ci sarà anche la Boccardo, con una delegazione di dirigenti, delegati e militanti della UIL Molise, prevalentemente dipendenti pubblici.

Sono loro, infatti i primi protagonisti dell’iniziativa sindacale. Infatti “dopo aver subìto un blocco della contrattazione della durata di quasi 10 anni, le retribuzioni dei dipendenti pubblici sono rimaste al palo, tra le più basse in Europa e di molto inferiori anche a quelle del mondo del lavoro privato nel nostro Paese”. Lo dichiara in una nota la leader sindacale molisana, aggiungendo: “Per questo rivendichiamo un aumento contrattuale di almeno 120-130 euro in linea con gli incrementi contrattuali delle altre categorie di lavoratori del settore privato”.

Prosegue Boccardo: “Nonostante l’apprezzabile impegno manifestato da questo Governo, che finalmente ha rotto l’annoso muro di silenzio con le parti sociali che ha caratterizzato i precedenti Esecutivi, riteniamo che per i rinnovi contrattuali 2019-2021 sia necessario reperire un ulteriore miliardo a regime.

Allo stato attuale, al fine di proseguire la trattativa, l’unica via da percorrere è quella di un accordo quadro tra Governo e Sindacati confederali con il quale – alla stregua di quello sottoscritto il 30 novembre 2016 – oltre ad affrontare la parte economica, prevedendo anche la detassazione degli aumenti, definisca le linee fondamentali della parte normativa, soprattutto in materia di organizzazione del lavoro, che deve puntare sul rilancio del ruolo della contrattazione e sul ripristino di un sistema di relazioni sindacali che escluda ogni possibilità di prevaricazione delle parti datoriali.

Ricordiamo, inoltre, la necessità di procedere subito alla salvaguardia dell’elemento perequativo e alla soluzione normativa che ponga fine all’iniqua tassa sulla malattia, che discrimina i dipendenti pubblici, unica categoria di lavoratori sottoposti a tale trattamento che potremmo definire vessatorio.”

E non finisce mica qui: il 17 di nuovo in piazza. E sarà la volta della riforma fiscale per una redistribuzione a vantaggio dei lavoratori dipendenti e dei pensionati e per ridurre il fenomeno dell’evasione; della previdenza, per un’effettiva rivalutazione delle pensioni e per proseguire nell’opera di riforma della legge Fornero in un’ottica di effettiva flessibilità verso il pensionamento; della rivendicazione di un welfare più giusto e una legge sulla non autosufficienza.

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