Dopo la sentenza del Consiglio di Stato sul caso Biocom, il movimento Coscienza Civica interviene invitando la Regione a recuperare i soldi pubblici destinandoli ai fini pubblici per i quali erano stati erogati. “Il Consiglio di Stato ha riformato la sentenza del Tar Molise e, conseguentemente, respinto il ricorso proposto nel 2011 dalla Biocom Srl contro il provvedimento regionale di revoca del contributo regionale di oltre 260 mila euro” – si legge nella nota del movimento Coscienza Civica.

“Come affermato dallo stesso Presidente Frattura, il quale è stato il primo a dare la notizia sul suo profilo Facebook, peraltro con toni entusiastici, la Regione nel 2010, con Iorio, aveva correttamente richiesto indietro il finanziamento pubblico alla Biocom, visto che l’intervento non era stato più realizzato. Dopo un lungo contenzioso, ora il Consiglio di Stato ha messo la parola fine sulla vicenda: ora, quindi, la Regione deve procedere a recuperare il contributo pubblico a suo tempo elargito, pari ad oltre 260 mila euro, ponendo in essere tutte le azioni all’uopo necessarie, a tutela dell’interesse pubblico” – spiegano i referenti di Coscienza Civica, il movimento fondato da Giacomo Lombardi, Antonio Carlone, Massimo Romano e da numerosi altri sindaci e amministratori locali.

“Considerata la singolarità della vicenda legata alla condizione del Presidente Frattura, all’epoca amministratore e socio di Biocom e oggi Presidente della Regione che deve recuperare i soldi dalla stessa società un tempo sua, è necessario che sul recupero ci sia la massima trasparenza, al fine di dissipare ogni dubbio sulla correttezza della condotta dell’ente: si è accertato se vi sia una fideiussione a garanzia dell’intervento?

Si è già intimato il pagamento alla società? Ad oggi non sappiamo nulla. In questo senso, stupisce che le opposizioni non abbiano ancora formalizzato, per quanto si sia saputo, alcuna iniziativa istituzionale per sollecitare il recupero delle somme, tacendo incomprensibilmente su una vicenda di pubblico interesse di cui si è occupata perfino la stampa nazionale, anche per le connessioni con la nota vicenda del processo di Bari risoltosi con l’assoluzione con formula piena per il dott. Papa e la dott.ssa Petescia”

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