Riceviamo e pubblichiamo. La politica regionale molisana scopre l’importanza culturale ed le positive conseguenze economiche, del sito archeologico del Paleolitico di Isernia La Pineta, per il ritrovamento durante gli scavi, di un piccolo dente di neonato, testimonianza della presenza del più antico resto umano d’Italia.

Un sito d’importanza mondiale che per anni è stato sottovalutato e lasciato privo di un serio piano di valorizzazione che poteva condurre, attraverso il “ fare rete” con altre tipicità regionali come quelle archeologiche della nostra Larino, alla  valorizzazione dei “tesori culturali” del nostro Molise. Ci auguriamo che finalmente, il dente da “latte” trovato ad Isernia possa diventare dente del “giudizio” che renda consapevole, la classe politica molisana e larinese, sull’importanza di investire energie e  risorse in una pianificazione che valorizzi i beni archeologici, architettonici e paesaggistici, storici, artistici ed etnoantropologici della nostra regione e del nostro piccolo comune.

Come abbiamo più vote affermato, concentrare le attenzioni anche su una Larino museale, centro attivo insostituibile di tutte le attività collegate ai beni culturali, che offre le  sue bellezze, i suoi spazi per diventare luogo  di riferimento per tutte le attività di studio, formazione, conservazione, restauro, ricerca, promozione,  non è una visione utopica,  ma una reale e possibile occasione di sviluppo, benessere economico, sociale  e culturale per la comunità larinese e l’intero territorio.

In questo periodo sono iniziati gli scavi archeologici di Torre Sant’Anna, la parte più considerevole dell’abitato romano. L’augurio è che gli scavi nel sito, che era centro politico amministrativo dell’antica  Larino, possano portare nuova luce e ulteriori testimonianze che, com’è accaduto per il Paleolitico di Isernia, siano in grado di concentrare l’attenzione mediatica sui nostri tesori e dare, a una classe politica assonnata, l’occasione per  “fare rete” e avviare delle iniziative importanti per valorizzare questa nostra peculiarità: “il nostro vasto patrimonio archeologico” che, permette di osare qualsiasi cosa.

Prof. Elvio Petrecca
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