Riforma della legge elettorale, richieste della maggioranza da inserire sul bilancio, eventuali candidature future suddivise tra parlamento e regione. Sono stati questi i temi trattati o accennati nella ricerca di una quadra per l’approvazione di quello che viene definito, con un sospiro di sollievo, l’ultimo atto programmatico dell’era Toma.

Il governatore uscente riunisce la maggioranza dei consiglieri regionali che ancora reggono in piedi il suo governo. Convocazione fissata per lunedì 9 maggio alle ore 20.30 a via Genova. Ieri sera si presentano in otto. Pallante, Niro, Di Baggio, Calenda, Di Lucente, Micone, Cavaliere e, naturalmente, Toma.

Assenti Cefaratti e Cotugno. Il segnale a Toma è chiaro: i conflitti tra Neuromed e struttura commissariale (Toma è anche commissario ad acta alla sanità e Patriciello è pur sempre il proprietario di Neuromed), il “gruppo Patriciello” – alias Orgoglio Molise – alza il tiro per le tensioni tra l’eurodeputato di FI e il governatore agli sgoccioli del mandato che al contempo vuole indurre il vecchio Aldo ad riappoggiare la sua candidatura a governatore per le elezioni del 2023. Secondo alcune indiscrezioni, l’assenza di Cefaratti e Cotugno sarebbe stata una assenza strategica. Qualcuno mormora che le richieste dell’assessore al turismo e del consigliere delegato Cefaratti sarebbero state consegnate al governatore prima dell’inizio della riunione di maggioranza e le richieste per turismo e sociale sarebbero state accettate da Donato Toma. L’assenza del gruppo “Orgoglio Molise” tuttavia, avrebbe indotto i presenti di richiamare all’ordine l’altro assente, il consigliere di Forza Italia- Armandino D’Egidio – fino alle ore 22 assente e poi convocato ad horas per garantire almeno i 9 voti in caso Cotugno e Cefaratti stavolta facessero sul serio.

Un dato è emerso chiaro dalla chiacchierata dei presenti: l’eliminazione dei consiglieri surroga voluta dagli stessi presenti per “ridurre i costi della politica” oggi appare una vera e propria mannaia per la composizione delle liste. Entro dicembre i consiglieri di maggioranza uscente vorrebbero presentare la nuova elettorale che dovrebbe prevedere: aumento dei consiglieri da 20 a 30.

Per far ciò, i bene informati parlano di un pressing politico del governo Toma sui politici nazionali. Verrebbe da chiedersi: se si è modificata la vecchia legge elettorale nel 2020 per ridurre i costi della politica, come mai oggi volete aumentare di nuovo i costi?

In attesa che il governo nazionale dia il suo assenso o meno, gli uscenti stanno pensando anche di alzare la soglia di sbarramento al 5%.

Infine c’è la volontà di inserire nuovi parametri per le incompatibilità.

Qualcuno parla di rendere incompatibile la candidatura di imprenditori che hanno avuto accesso a finanziamenti pubblici da parte della regione.

Qualcun altro vorrebbe aggiungere a questa incompatibilità anche quella di chi ricopre, ad oggi, ruoli pubblici con funzioni di finanziamento alle imprese.

Nel palazzo circola il nome di Claudio Pian, l’amministratore delegato di Sviluppo Italia Molise, sempre vicino al Aldo Patriciello.

Sarà vero?

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