Con la definizione dell’Accordo di Programma tra il Ministero dello Sviluppo Economico, la Regione Molise e Invitalia, comincia a delinearsi un intervento concreto rispetto alle crisi industriali appartenenti alla cosiddetta area non complessa. Stiamo parlando di un territorio che comprende le aree industriali di Agnone, Campobasso, Isernia, San Salvo e Termoli.

Si tratta di ventiquattro comuni, per i quali sono stati stanziati complessivamente un milione e ottocentomila euro, destinati alla riconversione e riqualificazione produttiva. In pratica il sostegno che arriva dal Ministero dello Sviluppo economico, a cui fa carico la spesa principale di circa un milione e mezzo di euro, è finalizzato a quelle iniziative imprenditoriali in grado di contribuire al recupero e consolidamento di attività esistenti e creare nuove opportunità di sviluppo per le specializzazioni produttive.

Secondo quanto stabilisce l’accordo, le imprese beneficiarie degli interventi si dovranno impegnare prioritariamente, nell’ambito del rispettivo fabbisogno di addetti, a procedere, previa verifica della sussistenza dei requisiti professionali, all’assunzione di residenti nei comuni interessati che siano destinatari di ammortizzatori sociali oppure disoccupati a seguito di procedure di licenziamento collettivo. Tra i maggiori comuni destinatari del provvedimento ci sono quelli di Termoli, Larino, San Martino in Pensilis, Guglionesi, Campomarino, Montenero, Capracotta, Salcito, Civitanova del Sannio.

A sollecitare negli anni passati un intervento che andasse oltre l’area di crisi complessa, ovvero quella ricompresa nel distretto industriale di Venafro-Campochiaro-Boiano, erano state sia le forze politiche che sociali. Va detto che quest’ultima lo stanziamento governativo è stato di 15 milioni, una somma a suo tempo giudicata insufficiente dai sindacati.

Anche l’attuale milione e ottocentomila euro, destinato all’area di crisi non complessa, appare insufficiente se rapportato alle effettive necessità del territorio interessato. Nulla vieta, tuttavia, di mettere in campo le iniziative necessarie ad incrementare tale fondo. Adesso, secondo quanto stabilito dall’accordo, ci sono trentasei mesi a disposizione per procedere con gli interventi.

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