di Tonino Atella
La contrarietà dei lavoratori della terra che puntano l’indice contro il Consorzio di Bonifica della Piana di Venafro.
Non c’è da fare ! Niente e nessuno si adopera o interviene per rimuovere, portar via e smaltire le tonnellate di ferro e cemento delle ormai inutili, inservibili, rotte ed abbandonate canalette della precedente irrigazione a scorrimento sulla piana dell’estremo Molise dell’ovest , da anni sostituita all’irrigazione intubata a pressione.
Un problema già trattato da questa testata, ma sul quale conviene tornare data la sua consistenza. In effetti la gigantesca mole di manufatti prefabbricati -non se ne conosce l’ammontare esatto mai comunicato ufficialmente, ma di certo stiamo sull’ordine di tantissime tonnellate- resta sui terreni da coltivare a deturpare, ostruire e soprattutto ad arrecare problemi e preoccupazioni ai lavoratori della terra ed agli stessi proprietari terrieri. In effetti agricoltori, coltivatori diretti, operatori ed imprenditori terrieri vanno “predicando” da anni l’urgenza di smantellare e portar via siffatte tonnellate di materiale da decenni in disuso all’indomani dell’attivazione del più moderno ed efficace sistema irriguo a pressione, ma dal Consorzio di Bonifica di Venafro -ente indubbiamente preposto- non s’intravedono adempimenti al riguardo. Tutto tace, nessuno fa alcunché e nessuno si adopera ! E’come se il problema non sussistesse ! “Ed invece esiste e come -replicano spazientiti i lavoratori della terra dell’estremo Molise occidentale- e da anni andiamo chiedendo, purtroppo inutilmente, che i tanti chilometri delle ormai inutili canalette per l’irrigazione vengano finalmente rimossi e portati via. E’ vero, i manufatti sono situati su terreni espropriati, ma la loro presenza ostacola il movimento dei moderni mezzi agricoli, arreca danni al lavoro ed all’economia agricoli e soprattutto rappresenta una potenziale minaccia per coltivazioni e prodotti agricoli trattandosi di tonnellate di ferro e cemento in disuso a ridosso dei nostri terreni privati e delle coltivazioni stagionali”.
Ed allora ? ”L’unica soluzione é smantellare, portar via e smaltire siffatta inutile mole di ferro e cemento -sono sempre i lavoratori della terra del Venafrano a parlare- restituendoci finalmente tranquillità, sicurezza e piena operatività. Del resto, cosa stanno a fare tanti chilometri di canalette in disuso a ridosso dei nostri terreni privati ? Solo ad ostruire e ad arrecare problemi e preoccupazioni ! Perciò l’urgenza della loro immediata rimozione !”. Di chi il compito in tal senso? “Pensiamo spetti al Consorzio di Bonifica della Piana di Venafro -aggiungono gl’interlocutori – che a partire dagli anni ’60 le fece realizzare e che oggi ha il dovere di provvedere alla loro rimozione, essendo solo dannose ed inservibili. Da anni è infatti in funzione sulla vasta pianura venafrana il nuovo sistema irriguo intubato a pressione che ha sostituto la precedente irrigazione a scorrimento delle canalette, divenute conseguentemente inutili. Perciò è tempo di portarle via, provvedendo nel contempo al loro smaltimento”.
Ed invece ? “Nessuno fa niente, nessuno si attiva, nessuno ci ascolta e le inservibili e pericolose canalette continuano a restare a ridosso dei terreni da coltivare ! Ci chiediamo : è così che si amministra una pubblica istituzione, senza rispondere alle attese degli amministrati che chiedono solo di lavorare in piena e in tutta tranquillità ?”. Ennesima puntata quindi sul “nodo” delle inutili tonnellate di canalette sulla piana venafrana, sperando che sia la volta buona per la loro rimozione. Voi ci credete ? Saremo felicissimi se avrete ragione … !