Per l’Eurostat (dati riferiti al 2016) un 1 lavoratore su 8 è a rischio povertà, ovvero l’11,7% dei lavoratori, che si traducono in 2,6 milioni di persone. Un dato tra i più alti in Europa che in media segna un 9,6%.

Il rischio povertà sarebbe legato soprattutto alla tipologia di contratto stipulato. Sono in difficoltà soprattutto coloro che lavorano part time (15,8%) rispetto a chi ha un impiego a tempo pieno (7,8%). Il rischio è tre volte più alto per chi ha un impiego temporaneo (16,2%) rispetto ai contratti a tempo indeterminato (5,8%). Gli uomini sono maggiormente a rischio povertà (10%) se confrontati con le donne (9,1%).

Punta il dito sull’occupazione precaria anche la Cgil che con uno studio ha evidenziato la crescita del fenomeno affermando che circa 4,5 milioni di occupati (tra chi ha un contratto a tempo determinato e chi ne ha uno di part time ma involontario) sono da considerare nell’area del disagio.

Articolo precedenteItaliani indoor atletica leggera, Marco D’Alessandro campione italiano sulla doppia distanza 800 e 1500 metri
Articolo successivoNuoto, Pompeo Barbieri premiato dal Sindaco di San Giuliano di Puglia