L’orientamento elettorale di Isernia va letto a prescindere dalla persona del nuovo sindaco d’Apollonio, notoriamente considerata onesta, stimata e rispettabile, bensì tenendo conto del blocco di interessi locali materiali aggregatosi intorno alla sua coalizione.

Segnatamente vince l’area isernina di Michele Iorio, che conferma la sua storica “egemonia locale”: ex esponente di spicco della Dc, poi del “centro-sinistra”, quindi caposaldo della destra ed ex governatore regionale (già di FI). Con questi suoi passaggi Iorio è anche il testimone della continuità politica tra la destra e il PDS-DS-Ulivo, sino alla degenerazione del PD, divenuto una delle destre a cui resistere.

Non è un caso se negli anni ’90 Iorio – insieme a Patriciello – era con il “centro-sinistra” quando esso vinse. Ed è sempre grazie all’appoggio di Iorio se Melogli ha potuto essere il sindaco della destra per 10 anni (con tutti i disastri sociali, culturali, ambientali e finanziari che ne sono conseguiti), prima di essere scaricato. Oggi, a fronte della decadenza del “partito berlusconiano”, Iorio ha creato il nuovo aggregato politico della destra locale, che ha portato alla vittoria di D’Apollonio. In tale contesto, completa l’opera lo sventolio del simbolo del nazifascismo del terzo millennio, per festeggiare la vittoria del sindaco di Isernia, laddove più nessuno pare ricordare che il nazifascismo non è un’opinione, ma un crimine messo al bando dalla Costituzione.

Ed è sempre intorno all’area di Iorio che è ruotato, nel turno di ballottaggio, tutto il mercimonio delle varie consorterie di potere presenti in città: individuata la direzione del vento verso il blocco di Iorio, ognuna di esse si è affrettata a trattare il proprio appoggio elettorale in vista del posto in giunta, unico reale scopo “programmatico” onde gestire lo stato di cose esistente per conto dei ceti benestanti e cordate imprenditoriali locali, partecipandone ai benefici. Insomma ad Isernia si conferma lo storico dominio di forze promananti dal vecchio blocco di potere democristiano isernino, tendenzialmente di destra.

Ciò premesso, per converso, il 52% degli aventi diritto al voto di Isernia comunque non si è riconosciuto in nessuno dei due candidati della destra al ballottaggio: del resto, chi si è opposto alla disastrosa Giunta di destra del decennio oscurantista 2002-2012 e al “sistema Iorio” non aveva alcuna scelta da esprimere, salvo perdere la benché minima coerenza politica e culturale. E rimane il fatto antidemocratico della legge truffa elettorale maggioritaria, per cui il sindaco vincente, espressione al primo turno del 17% del corpo elettorale (25% rispetto ai voti validi), dispone, da solo, della maggioranza del 63% del consiglio. Ancora peggio sarebbe stata tale distorsione antidemocratica in caso di vittoria di Melogli che aveva solo il 13% del corpo elettorale (il 19% rispetto ai voti validi).

Non bisogna però rassegnarsi: la sinistra politica e sindacale di Isernia, benché minoritaria ed in mezzo a mille difficoltà, deve continuare ad opporsi alle politiche locali dominanti, anche partecipando ad una battaglia nazionale democratica per il sistema proporzionale, affinché nel consiglio vi sia la voce delle classi popolari e più deboli oggi esclusa, ricreare in generale e in loco un blocco sociale per l’alternativa di società, partendo dalle iniziative quotidiane e immediate. In fondo solo la lotta sociale e il suo radicamento cosciente tra la popolazione possono cambiare le cose, incluso l’orientamento elettorale. E’ la parte più difficile, ma per chi non si candida a gestire l’esistente è l’unica cosa da fare, anche a Isernia.

Articolo precedenteFatturazione elettronica tra privati, Agenzia delle Entrate: Al via la sperimentazione
Articolo successivoGiornata Mondiale del Rifugiato, per celebrare la ricorrenza, quest’anno i due Centri di accoglienza dei migranti di Petacciato, “Le Dune” e “Al Colle”, hanno organizzato una manifestazione per coinvolgere i migranti e la popolazione