La nota del Vicesindaco e Assessore alla Sanità Giovanni Di Nucci in merito alla campagna vaccinale ad Agnone, per fare chiarezza e dare risposte.

Il Vicesindaco di Agnone Giovanni Di Nucci in merito alla campagna vaccinale anti-Covid: “Facciamo chiarezza. In qualità di medico, che è anche Specialista in Igiene e Medicina Preventiva, incaricato dalla Asrem per avviare e coordinare le operazioni di vaccinazione dei residenti dell’Alto Molise, vorrei fare un po’ d’ordine riguardo le notizie ed esternazioni che stanno circolando in questi giorni. Voglio farlo con trasparenza e amore per la verità, valori in cui credo.

La possibilità di eseguire sedute vaccinali in Agnone per la popolazione del territorio dell’Alto Molise (comprensorio ex “Comunità Montana Alto Molise”) è derivata dalla richiesta della Direzione Generale Asrem. Tale richiesta mi è stata fatta dopo aver dato, nel mese di gennaio, mia disponibilità gratuita e volontaria, in qualità di medico ospedaliero ed ex dipendente in pensione, di volersi occupare della parte organizzativa sanitaria (medici e infermieri), amministrativa e di supporto delle complesse procedure vaccinali. Non so se la campagna sarebbe partita senza questa disponibilità, viste le difficoltà che ha l’Asrem nel reperire medici in tutto il territorio regionale.

Pochi giorni dopo aver ricevuto telefonicamente l’incarico (precisamente il 17 /02/2021), dopo aver proceduto a sopralluoghi (anche nella sede ospedaliera del San Francesco Caracciolo) per individuare la sede più adatta nel rispetto delle indicazioni Asrem e delle Raccomandazioni del Ministero della Salute per l’organizzazione della campagna vaccinale contro SARS-CoV 2 /CoV-19 e procedure di vaccinazione, ho deciso, vista anche la disponibilità data dal sindaco di Agnone Daniele Saia, che la sede più adatta fosse il Palazzo Storico di San Francesco.

La direzione sanitaria aziendale, nella persona della dott.ssa Scafarto, è stata informata della scelta; scelta accettata in seguito ad una verifica di idoneità richiesta dalla stessa Direzione sanitaria Aziendale ed effettuata dal Vigile Sanitario del servizio di Prevenzione. Scherzosamente avevo detto a qualcuno che in caso di neve avremmo chiesto di utilizzare per l’attesa e nel rispetto del divieto di assembramento anche l’utilizzo della Chiesa vicina.

Voglio ricordare che circa due settimane fa ho inviato una nota (probabilmente non letta da alcuni) in cui segnalavo che avevo escluso la sede dell’Ospedale (luogo che penso di conoscere bene perché vi ho vissuto intensamente per larga parte delle mie giornate di vita) perché si tratta di attività territoriale; gli stretti corridoi non permettono il distanziamento, l’accesso non è facile, non ci sono locali idonei per rispettare le regole volute dalle disposizioni ministeriali che chiedono un’ampia area per vaccinare e una sala di osservazione ancora più spaziosa e a vista.

Un altro importante motivo è che portare centinaia di persone in percorsi e spazi angusti avrebbe creato seri rischi di trasformare un ospedale Covid-free in un centro Covid positivo e favorito la diffusione del virus. A distanza di tempo e considerando quello che è successo con la impennata di contagi da variante inglese mi ritengo soddisfatto della scelta.

L’Amministrazione comunale di Agnone, spesso tirata in ballo indebitamente, non svolge ruoli attivi nella attuazione della campagna vaccinale che è demandata a personale sanitario e amministrativo e con il grande aiuto logistico della Protezione Civile. Il Comune di Agnone ha dato solo disponibilità di utilizzo dei locali ritenuti idonei da Asrem in quanto hanno i requisiti specifici di ampiezza, accessibilità, servizi igienici in piano, riscaldamento, disponibilità di computer e collegamento internet, frigo per la conservazione dei vaccini, dei farmaci e quant’altro necessario.

La campagna vaccinale che è iniziata il 21 febbraio ed ha permesso (salvo qualche paziente non presentatosi per motivi vari, ma che stiamo cerando di recuperare) la vaccinazione degli ultraottantenni, e che sarà completata con la seconda dose fra pochi giorni, è stata portata avanti da una organizzazione che si sta avvalendo della disponibilità volontaria di 9 medici (vaccinati e formati con un difficile corso dell’Istituto superiore di Sanità e pronti al proseguimento con lo sperabile arrivo di vaccini da somministrare), di 7 infermieri già formati e altri 4 resisi disponibili e in fase di formazione.

Alle figure sanitarie, su richiesta di Asrem, si affianca, sempre in modo volontario, parte del personale amministrativo del Comune. Si sono proposti e sono stati accettati anche cittadini semplici che svolgono sorveglianza, oltre al personale della Protezione Civile che si occupa della parte logistica e di aiuto delle persone disabili. Il punto vaccinale è stato dotato di autoambulanza, defibrillatore ed elettrocardiografo per necessità emergenziali. I medici finora impegnati direttamente si sono dotati (a proprie spese) di polizza assicurativa ad hoc. Inutile dire che tutti i cittadini che sono venuti e i sindaci dei Comuni si sono complimentati per la efficienza della organizzazione e che nessuno di loro, dico nessuno, si è posto il problema della sede di vaccinazione.

Continui scambi telefonici e telematici con la Direzione Generale della Salute, la Direzione Sanitaria Asrem e Dirigente del Servizio Farmaceutico, si concludono con l’invio dei tabulati delle persone da vaccinare al responsabile amministrativo e delle dosi di vaccino da somministrare. I tabulati, ovviamente protetti dalla privacy, vengono utilizzati dai soli medici in sala vaccinale per controllare l’avvenuta presenza e la conseguente vaccinazione dei convocati da comunicare poi all’amministrativo per completare il ciclo.

C’è qualcuno che ha avuto da obiettare sulla vaccinazione degli operatori di sala e amministrativi e di alcuni volontari della protezione civile: la decisione è mia e me ne assumo la piena responsabilità. Non ho dato disposizione di vaccinare mia moglie (che poteva anche temere di essere contagiata visto che sono tornato a casa non immunizzato dopo giornate intere di contatti con tante persone da vaccinare), né il mio amico o la prima persona di passaggio.

Ho informato il Direttore Generale di averlo fatto utilizzando dosi di vaccino deperibile e quindi da gettare se non utilizzate, dosi residuate per via della rinuncia di persone convocate per un semplice motivo etico, cioè quello di considerare di indispensabile necessità che venissero protette dalla malattia persone che, con spirito filantropico, volontariamente e gratuitamente, incontrano centinaia di altre persone (di cui alcune anche Covid positive come si è appreso in momenti successivi) nello svolgimento delle procedure a partire dal momento della presa in carico delle persone anziane all’ingresso, durante l’accompagnamento con ausilio fisico in contatto ravvicinato (spesso anche stretto se la persona è disabile) nella zona accettazione e di raccolta delle notizie anamnestiche, in sala vaccinale e nei corridoi della struttura. Ricordo anche che le procedure vaccinali sono state espletate mentre era in corso una violenta esplosione di 120 casi di positività in paese.

Le varie fasi delle sedute vaccinali sono momenti complessi per via delle difficoltà derivanti dalla scarsa conservabilità dei vaccini Comirnaty (Pfizer) che richiedono una tempistica rigida e molte attenzioni. La fase terminale di ogni seduta vaccinale rappresenta il momento più critico della procedura perché si basa sul presupposto che non vada perduta nessuna dose di vaccino (in caso di defezione da parte di qualche persona convocata) e che l’utilizzo della dose preparata debba essere fatta entro poco tempo. Fino ad oggi tale regola è stata rispettata con il ricorso alla individuazione ‘last minute’ di pazienti over-ottantenni (anche a domicilio se non autosufficienti).

Nell’ultima seduta vaccinale di prima dose (7 marzo), poiché a tarda ora si erano rese disponibili alcune dosi di vaccino (per via della rinuncia di numerosi pazienti), al fine già detto di non sprecare nemmeno una dose, si è creata la condizione per rispondere positivamente alle richieste delle Responsabili della casa di riposo per Anziani di “San Bernardino” e della casa per Disabili di “Secolare”. Le suddette, nei giorni precedenti, mi avevano fatto presente, con l’invio telematico di liste di ospiti e personale socio-sanitario, che non era stata ancora completata la vaccinazione nelle loro strutture, nonostante richieste fatte alla Asrem.

Mi è sembrato giusto e positivo per la nostra comunità operare come è stato fatto. Insieme ai colleghi, medici e infermieri, personale amministrativo e della Protezione Civile (che ovviamente continuo a ringraziare per il grande lavoro svolto), attendiamo indicazioni da parte della Regione e dell’Azienda Sanitaria per proseguire con la campagna vaccinale a domicilio e nei vari giorni della settimana, non avendo nulla in contrario, anzi, auspicando che si crei anche un altro idoneo punto vaccinale che permetterebbe di accelerare e completare quanto prima la campagna vaccinale. Se la disponibilità di dosi vaccinali lo permetterà, infatti, noi siamo pronti a somministrarle senza problemi.

Et de hoc satis, siamo in guerra: è tempo di fare, non di parlare.”

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