“Esprimo fortissimi dubbi sul testo legislativo, sia dal punto di vista della legittimità costituzionale, sia per la più totale assenza di indicazioni operative sulle competenze della gestione delle attività di ricostruzione tra regione e comuni, sia per i risvolti finanziari e contabili che non sono determinati ma che comunque appaiono esorbitanti. Quante sono le assunzioni previste? Quanto costano? Con quali fondi si prevede di farvi fronte? Di fronte ad un apparato amministrativo già sovradimensionato e pachidermico, la istituzione di un ennesimo carrozzone appare davvero discutibile, anche perché le questioni fondamentali restano tutte aperte, a partire dal tema del vincolo del patto di stabilità per i finanziamenti.
Oltretutto, restiamo ancora in attesa di conoscere ufficialmente le motivazioni per le quali il Governo Monti non ha consentito la proroga dello stato di criticità, per quanto sembra che tra le ragioni vi fossero proprio osservazioni sulla sproporzione tra i costi “burocratici” e quelli per la ricostruzione in senso stretto. Comprendo la situazione dei tecnici che in questi anni hanno lavorato presso la struttura commissariale, ma continuare ad illudere questi professionisti come è stato fatto negli anni scorsi è sbagliato e ingiusto, soprattutto per la loro dignità personale e professionale. La strada di una improbabile agenzia di protezione civile non garantisce alcuna certa prospettiva di stabilizzazione occupazionale ma crea al contrario una ennesima illusione”.