di Christian Ciarlante
Il Ministero dell’Interno, con il favore delle tenebre, ha deciso di inviare nei centri di accoglienza molisani, 171 migranti di origine nordafricana provenienti dalla Sicilia. Fin qui nulla di strano, se non fosse che nessuno ne sapeva nulla, tanto che il governatore Toma si è affrettato a dire di non essere stato interpellato. Ora, è normale prendere una decisione simile senza un accordo con la Regione?
La riunione improvvisata in Prefettura a Campobasso è stata utile solo a prendere atto del fatto compiuto e a cercare soluzioni sbrigative per non rimanere con il cerino in mano. Non siamo, come non lo siamo stati le prime volte, pronti ad accogliere migranti. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, non serve fare un riepilogo per descrivere lo stato dell’arte. Altro che integrazione, il Molise a queste persone non è in grado di offrire nulla e gli stessi migranti ne sono ben coscienti.
Non si è capito bene il motivo di questa scelta logistica. Se si tratta di una permanenza pro tempore, in attesa di trovargli una sistemazione migliore, si potrebbe anche chiudere un occhio. Il problema è che, molto spesso, il pro tempore si trasforma in lunga permanenza, con tutte le conseguenze del caso. Siamo tutti consapevoli che queste persone, tutto vorrebbero, tranne che rimanere in un posto simile al loro Paese di origine. Colpisce, come ha fatto notare, giustamente qualcuno, il silenzio della Regione che accetta una decisione imposta dall’alto senza opporsi minimamente.
Per poi dire, in seconda battuta, “siamo stati i primi ad applicare le norme per contrastare il contagio. La nostra comunità ha risposto in maniera straordinaria. Adesso chiediamo con forza al Governo di rispettare l’enorme sacrificio di tutti, di effettuare rigorosamente tutti i controlli sanitari a chi arriva in Italia e di gestire i flussi di immigrati in accordo con le regioni e non di imporli unilateralmente. Questo per tutelare i diritti e la salute di chi vive qui e di chi arriva”. Dichiarazioni di facciata di Toma, del tutto inutili.
Fossimo stati la chic Capalbio, oggi si parlerebbe di ben altre reazioni, di quelle che fanno rumore, ma noi non siamo ‘radical chic’, siamo villici servili. Molisani brava gente, accogliamo e aiutiamo tutti, ma meritiamo rispetto e non vogliamo essere presi per i fondelli. Accettiamo tutto con mutismo e rassegnazione, poi, però ci piace lamentarci senza sosta e fare le vittime.
Toma ha detto che siamo organizzati, ma i numeri sono elevati. Bene, siamo talmente organizzati che in 48 ore è accaduto di tutto: migranti in fuga dai centri di accoglienza, sedi non adatte ad ospitarli, quarantena non rispettata, proteste, risse, uomini e mezzi non sufficienti a gestire la situazione e, dulcis in fundo, sembra che stamane un gruppo di fuggitivi si sia schiantato con un muro dopo aver rubato un’auto. Cosa dobbiamo aspettarci ancora, cosa ha intenzione di fare il ministro Lamorgese?
Siamo l’ultima ruota del carro, i nostri ‘niet’, valgono meno di zero.