di Redazione politica
Si è tenuta oggi, mercoledì 10 marzo 2021, l’udienza che vede imputato il consigliere di maggioranza Andrea Di Lucente che avrebbe dichiarato il falso per ricevere un finanziamento di 150mila euro dall’ente Regione senza averne i requisiti. Grillini e Pd tacciono.
Era oggi l’ultimo giorno perché la Regione potesse costituirsi in giudizio nel processo che vede imputato il consigliere regionale dei Popolari per l’Italia, Andrea Di Lucente, per malversazione ai danni dello Stato.
Secondo l’accusa Andrea Di Lucente avrebbe mentito alla Regione Molise per ottenere un finanziamento europeo di oltre 150mila euro (a valere sui fondi POR-FESR 2007-2013 Asse I Attività I.2.2) a favore della società Gam Consulting SRL di cui è proprietario al 95% (l’altro 5% appartiene al padre) e di cui, all’epoca dei fatti contestati, era amministratore unico.
Per ottenere tali finanziamenti, uno dei requisiti principali delle aziende deve essere quello di avere sede legale sul territorio dell’ente che concede i fondi. Quindi l’azienda di Di Lucente avrebbe dovuto avere sede in Molise.
Dalle indagini della Guardia di Finanza si evince che la sede dichiarata in Molise dal consigliere regionale, braccio destro di Donato Toma, era fasulla. Al momento dell’accertamento dei fatti da parte della Guardia di Finanza di Isernia, le fiamme gialle avrebbero accertato che la sede dichiarata alla Regione, a Isernia, era inattiva.
Lo stesso Andrea Di Lucente pare sia stato ascoltato all’epoca dagli inquirenti e avrebbe dichiarato di aver spostato la sede da Isernia a Pozzilli, indicando lo stabile. Ma al momento della verifica delle dichiarazioni del consigliere Di Lucente, la Finanza accerta che l’indicazione di Di Lucente era fasulla.
Da qui l’apertura della vicenda giudiziaria, iniziata a cavallo dell’elezione in Consiglio regionale dell’ex sindaco di Vastogirardi secondo eletto nelle fila dei Popolari per l’Italia. La Regione Molise, che per prassi si costituisce parte civile in ogni procedimento giudiziario che possa danneggiare l’ente, stavolta con Andrea Di Lucente non si è costituita.
La Giunta regionale guidata da Donato Toma evidentemente non ha ritenuto opportuno difendere neppure l’immagine dell’ente che aveva approvato ed elargito i finanziamenti alla Gam Consulting di Andrea Di Lucente che, dopo essere stato eletto in Consiglio regionale per evitare cause di incompatibilità o di ineleggibilità, ha ceduto il testimone del ruolo di amministratore unico al padre Celestino.
Restando però lo stesso Andrea Di Lucente, proprietario del 95% della società beneficiaria. Cosa questa che aprirebbe anche l’aspetto politico amministrativo della vicenda perché la “Commissione per la verifica delle cause di ineleggibilità e incompatibilità” del Consiglio regionale non ha mai affrontato la questione perché nessuno ha portato la vicenda all’accertamento dell’organo consiliare.
Neppure le opposizioni di Pd e 5 Stelle che, dopo aver avuto conoscenza della situazione giudiziaria in cui versa il consigliere regionale braccio destro di Donato Toma, non hanno ritenuto di accertare che Andrea Di Lucente sia legittimato a ricoprire il ruolo di consigliere regionale.
Eppure lo stesso capogruppo pentastellato Andrea Greco era stato piuttosto attento alla gestione dei fondi pubblici portando alla luce una cena a base di pesce fatta dal collega di Vastogirardi con i soldi dei contribuenti. Da qui la domanda: come mai l’attenzione sul costo della cena aveva sollevato l’attenzione dei 5 Stelle e un processo per malversazione non richiede neppure la verifica dei requisiti a ricoprire il ruolo di consigliere regionale?
Un aspetto tutto politico di cui le varie forze politiche risponderanno di fronte ai propri elettori e che nulla a che vedere con il risultato finale del procedimento giudiziario su cui, sempre Greco, si è pronunciato augurandosi le semplici dimissioni del collega “da presidente della prima Commissione” nonostante le ipotesi ben più gravi che potrebbero portare il capogruppo dei Popolari per l’Italia, a non avere titoli a ricoprire il ruolo di consigliere regionale.
Tornando al processo penale, oggi il braccio destro di Toma non era in aula. La prossima udienza è stata fissata per il 9 giugno 2021 quando saranno ascoltati i testimoni dell’accusa.