Da Angelo Bucci, già pubblicista prima dell’autocancellazione dall’Odg in segno di non condivisione di situazioni in atto nell’ambito dell’informazione e convinto ambientalista tanto da aver scelto di vivere in collina in Contrada Leone di Pozzilli accudendo ad animali selvatici e da cortile coltivando altresì prodotti naturali della terra, perviene il comunicato seguente che volentieri ospitiamo. E’ relativo ad una imminente pubblicazione dello stesso di cui l’autore ci parla : “Il libro, cui sto lavorando ormai da diversi mesi -prende a scrivere Bucci- racchiude dodici capitoli destinati a tutti i “bambini” di età compresa tra uno e cento anni. Ritroverete, nelle loro fantastiche avventure, i personaggi (pelosetti e pennutelli) che scandiscono le ore, i giorni e le stagioni del mio piccolo mondo: la Principessa Nardy Da Monte Leone, l’impavido condottiero Pippo Del Ciaccarone, Gastona la colomba dalle ali d’oro, la leggendaria Mamma Miele, Camilla la regina caprina ed altri ancora. Tra i protagonisti anche un vecchio fauno (che si credeva saggio, ma saggio non era), una piccola elfa, un tenace contadino, una fata guaritrice, un mastro taciturno dal cuore ferito e una perfida megera. Ogni fiaba sarà illustrata da un diverso artista, ragione per cui saremo almeno in tredici ad apporre la firma alla raccolta. Una piccola anteprima: l’incipit del capitolo 4, dedicato alla “Colomba dalle ali d’oro” (la pregevole illustrazione è stata realizzata dall’artista Kehin Specialk Degli Esposti.

Capitolo 4
LA COLOMBA DALLE ALI D’0R0
Quel giorno d’autunno, il vecchio fauno che si credeva saggio, ma saggio non era, si aggirava tra i boschi alla ricerca di noci e castagne. D’un tratto udì un fruscio alle sue spalle, come di piccoli passi sul tappeto rossiccio delle foglie. Si girò di scatto, ma non vide nulla. “Brutta cosa la vecchiaia”, mormorò tra sè e sè. “Si, si… sei proprio vecchio. Vecchio e brutto”, A quelle parole, pronunciate da una vocina irriverente, il vecchio fauno che si credeva saggio, ma saggio non era, si voltò nuovamente e scrutò l’intorno con sguardo accigliato. A guidare i suoi occhi fu una buffa risatina: “Hi hi hi”. In quel modo, non senza difficoltà, ai piedi di un albero distinse la figura di una piccola elfa placidamente seduta sopra una castagna. Aveva i capelli d’oro, le orecchie aguzze e uno sciame di lentiggini sulle guance. Era davvero minuscola, non più grande di una colomba.
“Chi sei e che ci fai qui”, chiese il vecchio fauno che si credeva saggio, ma saggio non era. “Sono un’elfa, non vedi? Mi sono smarrita e ora ti seguo”, rispose la piccina con vocina fattasi improvvisamente seria. “Segui me? Può essere che tu non abbia niente di meglio da fare? E poi -continuò con tono preoccupato il vecchio fauno che si credeva saggio, ma saggio non era- non sai che sei troppo piccola per vagare tutta sola nel bosco? Tornatene nel regno degli elfi, piuttosto…”. Piccola io? -replicò indispettita l’elfetta- Lo sai che ho quasi compiuto sette secoli”? “Magari fossi io così giovane”, rispose il vecchio fauno che si credeva saggio, ma saggio non era. “Ormai ho varcato la soglia dei sessanta secoli”, precisò con tono rassegnato. “E in ogni caso -concluse-, non puoi seguirmi. Agli elfi non è consentito vivere nei fabulosi regni di Feronia. Come per me sarebbe impossibile dimorare nei regni degli elfi. Apparteniamo a mondi diversi”. La piccola elfa annuì, ma il suo grazioso faccino si fece improvvisamente triste. Restò immobile e pensierosa sulla sua castagna, mentre il vecchio fauno che si credeva saggio, ma saggio non era, si allontanava tra gli alberi…” (continua)

 

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