981 domande da parte dei molisani per fruire del reddito di inclusione. Il tutto in un mese. Non sono davvero poche. Dimostrazione che il disagio sociale è diffuso e la povertà morde le nostre comunità.

A confermarlo i dati ufficiali forniti dall’INPS che segnalano come, tra il 1° dicembre 2017 e il 2 gennaio 2018, sono state presentate 75.885 richieste di accesso al Reddito di Inclusione (REI).Le regioni con il maggior numero di domande sono la Campania, con il 22%, seguita dalla Sicilia, 21,4%, e dalla Calabria,14%. Più di 5.000 domande sono state trasmesse da Lombardia (7%) e Lazio (6,9%). Anche il dato del Molise, l’1,3 %, è consistente, soprattutto se rapportato con la popolazione residente: più dell’intera Emilia Romagna, del Friuli Venezia Giulia, della Liguria, delle Marche, dell’Umbria, tutte regioni più popolose.

Avevamo intuito questo andamento quando i nostri uffici del Caf, già nei primi giorni di dicembre, ci segnalavano la folla di cittadini presso le nostre sedi per avere informazioni e, soprattutto, per procurarsi l’indispensabile certificazione Isee. La forte mobilitazione dei cittadini, specie nelle regioni del Meridione, e l’interesse alla misura decisa dal Governo, che peraltro si rivolge ad una platea molto limitata, testimonia, se mai servissero ancora conferme, il bisogno immediato di tante famiglie. Non si sottovaluti: il 30 % delle persone residenti in Italia è a rischio povertà ed esclusione sociale, si tratta quindi di 18 milioni di soggetti secondo i dati elaborati dall’Istat.

Questo provvedimento nazionale, che rappresenta un primo passo verso la costruzione di una misura capace di raggiungere molti di coloro che versano in condizione di povertà, non è che il primo tassello verso l’istituzione di una Rete della protezione e dell’inclusione sociale, presieduta dal Ministro del Lavoro e composta da rappresentanti dei diversi livelli di governo, quale struttura permanente di confronto e programmazione delle politiche sociali, nonché di coinvolgimento nelle decisioni e negli orientamenti programmatici del terzo settore, delle parti sociali e degli stakeholder, articolata in tavoli regionali e territoriali.

La nostra proposta: Deve essere proprio una istanza di confronto a livello regionale lo strumento per mettere a punto una strategia univoca nazionale-regionale di contrasto alla povertà e al disagio sociale. Con l’obiettivo di rendere più omogeneo il sistema superando le attuali sperequazioni territoriali e, soprattutto, la pressoché mancanza totale di strumenti e interventi. Ma ci deve essere l’impegno di tutti per trasformare una misura passiva in una straordinaria opportunità di politica attiva del lavoro. Perché solamente con il lavoro, e non solo con la distribuzione temporanea di qualche soldo, si offre una possibilità di affrancamento dalla povertà e dal bisogno a centinaia di molisani.

Per cui, per noi, lo stanziamento economico è troppo limitato, il ddl povertà dovrà essere dotato di respiro maggiore, servirà un piano di azione pluriennale, occorre declinare il carattere universalistico di ogni intervento di contrasto al disagio sociale. Ma, nel frattempo, qualcosa c’è, un migliaio di molisani ci conta. E tutto il Molise conta che anche localmente di povertà e di marginalità sociale da sconfiggere si cominci a discutere. E a fare qualcosa di concreto.

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