Per la Costituzione italiana il lavoro è un “diritto” e la Repubblica ha il compito preciso di renderlo “effettivo” per tutti i cittadini, i quali, a loro volta, hanno il “dovere” di “svolgere un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”.

Messaggio del Presidente della Regione Molise Michele Iorio

Uno degli elementi che rendono “effettivo” questo diritto è sicuramente la sicurezza e la salute sui luoghi di lavoro. La giornata di oggi celebra proprio questa condizione che rende davvero pieno il diritto al lavoro consentendogli di far progredire e crescere l’intera società.

La cultura della sicurezza sul lavoro ha trovato, soprattutto dopo la rivoluzione industriale, grandi ostacoli in visioni mercificanti e in logiche di capitalismo liberista tese alla sola ricerca dell’utile e alla riduzione sconsiderata dei costi di produzione. Quest’ultima, il più delle volte, coincideva con il taglio dei costi relativi alla sicurezza per i lavoratori e con la scarsa, se non addirittura assente, attenzione alla salute sui luoghi in cui si veniva chiamati ad operare. Abbiamo così registrato tantissimi incidenti, soprattutto nel novecento, che hanno portato alla morte di un numero sproporzionato di uomini, donne e bambini. Evidentemente, accanto ai casi più celebri e riportati dagli organi di informazione, ce ne sono stati tantissimi altri che hanno avuto la sorte di essere stati assorbiti dall’oblio della non conoscenza o pubblicizzazione, ma che restano egualmente indelebili nella memoria dei parenti, dei colleghi e di quella società civile sana che non può e non vuole dimenticarli.

Ad ogni modo, quei sacrifici sono serviti a far cambiare gradualmente tante condizioni ed a far nascere e sviluppare una scienza della sicurezza sul lavoro, che a sua volta ha dato vita ad una vera e propria “Cultura”, che seppur con difficoltà e con ancora tanti passi da compiere, si può ormai definire collettiva. Il Molise ha pagato la creazione di questa cultura con un tributo molto pesante di tragedie che hanno coinvolto direttamente i suoi figli a Monongah, Marcinelle, Cannavinelle ecc.

Mi auguro, quindi, che in tutte le Istituzioni, e soprattutto in quelle scolastiche, oggi si ricordi il sacrificio di tutti coloro i quali hanno perso la vita o la salute per lavorare non avendo garantiti sicurezza e salute.

Da quei nomi, da quel dolore e da quelle umiliazioni vengono l’impegno ad una sempre maggiore attenzione per garantire tutti e ciascuno in ogni luogo, e in ogni momento, facendo sì che mentre si lavora, e quindi si dà anche concretezza alle proprie aspirazioni, costruendo un pezzo della società e della civiltà del domani, si possa essere opportunamente protetti da ogni rischio.

Viviamo un momento difficile della nostra storia sociale. Il lavoro stesso e la sua difesa rappresentano un’esigenza e un dovere di tutte le Istituzioni pubbliche e private. L’impegno di tutti è dunque superare prima e meglio questa difficile crisi, con tutto ciò che essa ha comportato, comporta e comporterà. Dobbiamo quindi avere fiducia in noi stessi e in un sistema che tutti dobbiamo rendere più giusto, più solidale e più umano.

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