di Kentucky Fried Chicken

Era il giugno 2020 quando, l’allora Assessore regionale ai trasporti Vincenzo Niro annunciava assieme al Presidente della Giunta regionale Donato Toma la chiusura temporanea della stazione di Isernia per l’inizio dei lavori di elettrificazione che consentiranno ai cittadini molisani di raggiungere Roma in maniera più comoda e veloce.

Da allora sono passati 16 mesi e oggi la stazione di Isernia riaprirà al trasporto su rotaia.

Ma cosa è cambiato effettivamente in questi 16 mesi?

Proviamo a spiegarvelo.

Innanzitutto la cosa più importante è che dal luglio 2020 (un mese dopo l’inizio lavori), è cambiato l’Assessore regionale ai trasporti. Infatti Quintino Pallante che inizialmente aveva rifiutato ogni incarico in giunta per accontentarsi del ruolo di sottosegretario alla Presidenza della Giunta regionale, una volta messo a segno il colpaccio della modifica in corso d’opera della Legge elettorale – studiata solo allo scopo di far risparmiare denari ai contribuenti, e giammai per eliminare politicamente lo scomodo Filoteo Di Sandro -, accetta di buon grado l’Assessorato ai trasporti e quindi vigila e controlla su tutto quanto gira attorno all’elettrificazione della tratta Roccaravindola – Isernia.

La data di fine lavori era stata annunciata da tempo, tutti sapevamo che ad ottobre 2021 la linea sarebbe stata riaperta e lo sapeva anche l’eccellente Pallante che da subito si è prodigato per fare in modo che, alla riapertura, nulla fosse lasciato al caso.

Mentre state leggendo quest’articolo, qualcuno sta percorrendo nuovamente quella tratta ferroviaria, e si starà chiedendo come mai, dopo 16 mesi, è costretto ancora a viaggiare sui treni diesel, i famigerati ‘freccioloni’ del binario 20 bis. Ve lo spieghiamo noi.

L’accordo tra RFI e Regione Molise riguarda l’elettrificazione della tratta, e contestualmente si sarebbe dovuto dialogare con TrenItalia riguardo ai nuovi treni che dovranno percorrerla. Di questo doveva occuparsi la Regione Molise e nello specifico l’Assessore Pallante, che in 16 mesi avrebbe potuto o meglio dovuto trovare una soluzione e farsi trovare pronta per la data di fine lavori. Quintino Pallante avrebbe potuto iniziare una trattativa con TrenItalia per acquistare i treni necessari, e contestualmente dialogare con il Governo per reperire i fondi necessari all’acquisto degli stessi. Ma dell’inizio della trattativa con RFI non si ha notizia, mentre dell’interlocuzione tra Pallante e il Governo qualche notizia l’abbiamo. Se andiamo a vedere la tabella del riparto delle risorse del Fondo Complementare per le ferrovie regionali , si denota l’eccelso lavoro svolto dal nostro lungimirante Governo regionale che riesce a portare a casa un finanziamento per i prossimi anni degno della qualità del lavoro svolto:

  • 0 euro destinati all’ammodernamento degli scali ferroviari;
  • 0 euro destinati all’acquisto di nuovi treni elettrici;
  • 0 euro destinati ai lavori di riqualificazione della tratta regionale;
  • 0 euro destinati all’assunzione di nuovo personale;
  • 0 euro destinati ai servizi a bordo.

Un Assessore talmente votato al risparmio che non si prodiga neanche per investire fondi statali per il nostro Molise. Fosse stato così oculato nei conti anche quando ricopriva ruoli differenti all’ARPA, oggi avremmo qualche euro in più nelle casse regionale e qualche contenzioso in meno alla Corte dei Conti.

Fatto sta che da oggi la linea riparte con piena soddisfazione di Toma, Niro e Pallante che quei treni non li hanno presi mai in vita loro.

I treni elettrici arriveranno (forse) nel 2022, o più probabilmente nel 2023, ma il treno più importante  che i molisani non vorranno perdere, sarà quello che passerà nell’aprile 2023. Avremo ancora la memoria corta o mostreremo orgoglio e dignità?

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