Nonostante a settembre prosegua, in generale, il calo delle richieste di cassa integrazione, sono oltre 174.000 i posti di lavoro protetti dagli ammortizzatori sociali, di cui oltre 100.000 dalla Cassa Straordinaria. Il calo è attribuibile sia ai timidi segnali di ripresa sia al forte aumento, per le imprese che lo richiedono, dei costi di accesso a questo ammortizzatore sociale.

Occorre ricordare che con il Jobs Acts si sono innalzati in misura considerevole i costi di gestione di periodi di Cassa Integrazione, in particolare di quella Straordinaria, e sono invece diminuiti i costi per i licenziamenti con particolare attenzione a quelli collettivi. Attualmente, il “ticket licenziamento” in vigore, in presenza di accordo sindacale, viene pagato dall’azienda, in un’unica soluzione, fino ad un massimo di 3 anni (da un minimo di 489,95 euro per un anno fino a un massimo di 1.469,85 euro per tre anni ) in funzione dell’anzianità del lavoratore. Senza accordo sindacale i costi sono tre volte più alti: 1.469,85 euro per un anno fino ad un massimo di 4.409,55 euro per tre anni.

“La UIL- ricorda Tecla Boccardo – già da tempo, ha ingaggiato con il Governo, e in particolare con il Ministero del Lavoro, un confronto serrato sugli effetti di alcune delle modifiche strutturali apportate alla legislazione che regola il mercato del lavoro e in particolare i sistemi di protezione sociale, compresi i costi di licenziamento.

E’ opportuno, a nostro parere, che il Governo stesso, attraverso la manovra di bilancio 2018, innalzi il “ticket licenziamenti” con un duplice obiettivo: creare un deterrente al non utilizzo della Cassa integrazione, recuperare risorse da destinare all’occupabilità dei lavoratori colpiti da crisi aziendale. Anche grazie a queste risorse si potrebbe costruire un percorso, in forma volontaria per i lavoratori che saranno posti in Cigs, i quali potranno anticipare i tempi di attivazione dell’assegno di ricollocazione e di tutte le attività, compresa un’efficace formazione, così da creare le condizioni per accedere a una nuova occupazione.”

La procedura dovrebbe prevedere, secondo il sindacato, per il lavoratore un vantaggio sia di carattere fiscale, quale l’esenzione dall’Irpef delle eventuali somme ricevute per incentivazione all’esodo, sia di carattere economico, derivante dall’erogazione del 50% del residuo di Cassa integrazione spettante. Il vantaggio economico, però, ci sarebbe anche per le aziende che assumono con questa nuova modalità un lavoratore a tempo indeterminato, anche grazie al beneficio della decontribuzione del 50%.

Continua, nel frattempo, il calo delle attivazioni dei rapporti di lavoro con contratto a tempo indeterminato.

“Questa certificazione che proviene dai dati Inps è evidentemente il frutto non solo di uno status di perdurante insicurezza del sistema produttivo, che indugia ad investire in contratti stabili nel tempo, ma anche del basso margine di concorrenzialità nei costi rispetto ai contratti a termine. Come UIL – sempre la Segretaria generale molisana – proponiamo un aumento dei costi dei contratti a termine, ma riteniamo utile che si incida anche sull’abbassamento del costo del tempo indeterminato. In questo scenario complicato è da accogliere positivamente la crescita delle attivazioni con contratti di apprendistato, che riteniamo essere lo strumento più idoneo per l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro.”

Boccardo torna su un tema caro alla sua Organizzazione: “Siamo sempre lì: servono incentivi e opportunità perché i lavoratori siano indotti a formarsi per essere pronti alle nuove esigenze di un’economia in evoluzione (sapere è potere, diremmo)e nel frattempo occorre sostenere e promuovere l’apprendistato come opportunità di apprendimento del saper fare.”

“Non possiamo prescindere dalle politiche nazionali – ne è ben consapevole il sindacato molisano -per riformare il sistema delle tutele in costanza di rapporto di lavoro e quando il lavoro non c’è. Ma è necessario che anche da noi tutta questa problematica sia seguita e presidiata: raccogliere dati, analizzarli, condividerli e confrontarcisi, studiare e progettare il modello di sviluppo più confacente al nostro territorio, puntare sull’aggiornamento delle competenze, seguire il dibattito nazionale, incalzare Roma. Ah, se solo avessimo un assessore al lavoro…”

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